La storia

C'era un tempo in cui ogni famiglia della collina possedeva il vigneto, piccolo o grande, dal quale ricavava l'uva per fare il vino, i più erano mezzadri come nonno 'Cesco' (Francesco), aiutato dai figli nel duro lavoro della terra. Luigi (Rino), l'ultimogenito, alla fine degli anno '60 quando ormai la campagna si spopolava e l'economia si spostava sulle piccole attività industriali acquistò il terreno che per tanti anni aveva lavorato con il padre.
Con il trascorrere degli anni anche le figlie e la moglie lo hanno affiancato. La passione per la vite lo caratterizza da sempre, passione che si può ritrovare, vedere e sentire in tutte le fasi di produzione del vino.

La Cà del Manét è compresa nel territorio della Valcalepio enologica che comprende la fascia collinare bergamasca ad un'altitudine compresa tra i 300 e i 500 m s.l.m.
Le caratteristiche principali del vino di questa zona sono le basse produzioni ad ettaro che garantiscono prodotti di eccezionale potenza e struttura e il grande rispetto per l'ambiente.
Con l'intento di valorizzare il territorio collinare e riscoprire gli antichi sentieri, nel 2007 è stato inaugurato il Parco Locale di Interesse Sovracomunale delle Valli d'Argon, (PLIS).

E' qui, al limitar del bosco del PLIS che nasce La CA' DEL MANET, tra questi colli che cambiano aspetto secondo il colore delle foglie: verde, giallo, rosso... è nata in questa tradizione territoriale e familiare.

La collina è il regno di Bacco, le assolate colline sono il terreno di coltura ideale per la vite.

Il territorio

San Paolo d'Argon è situato allo sbocco della Val Cavallina, circa 11 Km ad Est di Bergamo. Si chiamava Buzzone, fu ribattezzato San Paolo d'Argon con riferimento sia al santo patrono sia al nome del colle Argon (482 metri) alle pendici del quale sorge il paese.
Fin dal medioevo il borgo di San Paolo d'Argon è stato un importante polo culturale ed economico per la presenza di un grande monastero benedettino di fondazione cluniacense (XI secolo).
Per alcuni secoli i territori circostanti furono gestiti dai monaci dell'abbazia stessa, ma dal XV secolo tutte le proprietà passarono sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Dopo più di tre secoli subentrò la Repubblica Cisalpina, il Regno Lombardo-Veneto e, dal 1859, venne annesso all'Italia.